L'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) dell’Onu ha dichiarato il 2019 come secondo anno più caldo della storia da quando si compiono queste rilevazioni. Pare proprio che dal 2015 ogni anno sia salito di temperatura. Dallo scorso gennaio 2019, fino ad ottobre, le temperature si sono mantenute più alte di un 1,1 gradi centigradi sopra le medie annue e questo è andato avanti fino a dicembre 2019, tanto da aver vissuto un “Natale tiepido” e con poca neve sulle zone di montagna.
La causa di tutto ciò è da rintracciarsi nelle famose emissioni di gas serra provocate dall’uomo, che hanno come conseguenza un forte ritiro dei ghiacciai e un innalzamento del livello dei mari. Un circolo continuo di cause e conseguenze che stanno danneggiando gravemente il nostro pianeta e che continueranno a farlo se non si sceglierà di prendere seri provvedimenti.
Nel 2020 le temperature pare stiano continuando a crescere e in certe zone dell’Italia, oltre che del mondo, i problemi sono tra i più seri.
Si parla di devastanti cicloni tropicali, calore oceanico a livelli record e degrado degli ecosistemi marini; ancora improvvisi acquazzoni e inondazioni, incendi violenti come quelli che hanno distrutto l’Australia e via dicendo. In ogni caso nessun intervento, per ora, potrà avvicinarsi al raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo di Parigi, ossia quello di contenere l’aumento medio delle temperature globali tra gli 1,5 e 2 gradi al massimo entro la fine del 2100.
La Conferenza di Parigi sul clima mette in chiaro le tragiche condizioni attuali del clima, sottolineando anche quanto tragico possa essere il futuro se non si prendono reali provvedimenti e si sceglie di investire su fonti rinnovabili e meno inquinanti.
Lo scorso anno era iniziato con la partecipazione di Greenpeace al Carnevale di Viareggio, dove i volontari avevano scelto di sfilare davanti ad un carro rappresentante una gigante balena morente sommersa da plastica. Oltre alla denuncia per la produzione e utilizzo della plastica, gli attivisti si erano mossi anche per denunciare il cambiamento climatico che ha colpito il nostro pianeta. E tante altre sono state le manifestazioni per denunciare quanto sta accadendo. Tra le tante c’è stata anche quella per la crescente produzione di carne, responsabile oggi del 14% delle emissioni di gas serra in Europa. Ancora una volta un pericoloso circolo vizioso dal quale risulta difficile venir fuori. Ma quello che risulta più facile e evidente è la lotta continua che giovani e attivisti tutti stanno continuando a combattere con ancora maggiore determinazione.
Il 2020 continua su questa direzione, incrementando ancor più impegno e determinazione.