Emergenza clima: L’Australia brucia

Emergenza clima: L’Australia brucia

L’Australia brucia e questa è solo una delle ultimissime catastrofi accadute al nostro pianeta per via dei cambiamenti climatici.

I danni sono incalcolabili e i bilanci tra i più tristi e tragici degli ultimi tempi. Da quando l’Australia ha preso a bruciare si calcolano 10.7 milioni di ettari distrutti dalle fiamme, almeno 28 persone morte e 6000 edifici perduti per sempre. Ancora, quasi mezzo miliardo di animali potrebbero essere morti.

È di fronte a questi numeri che il mondo si ferma, consapevole della distruzione completa di un ecosistema.

 

Ma a cosa sono dovuti tutti questi incendi? Non è una novità per una terra come l’Australia, dove il clima è arido, i temporali spesso caratterizzati da fulmini (tra le ragioni principali di questi incendi) e via dicendo, essere colpita da incendi. Parliamo, insomma, di un ambiente abituato a queste condizioni ma che, nell’ultimo periodo, non è riuscito a far fronte alla catastrofe.

In questo momento, poi, l’aria così densa di fumo, caratterizzata dalle fiamme, è tra le peggiori del pianeta, a dir poco irrespirabile. La terra, sull’isola, continua a bruciare senza sosta dallo scorso settembre, e nella stagione estiva la situazione è solita peggiorare.

Ecco perché a questa preoccupazione bisogna aggiungerne dell’altra: la stagione calda australiana termina a fine febbraio, dunque per ora è solo all’inizio.

 

Quindi, se l’Australia brucia è per quanto detto fin qui, se poi a tutto ciò si aggiunge anche la mano umana ecco che si arriva alla catastrofe che in questi giorni si trova su ogni tipo di notiziario. Tra errori evitabili, divieti inascoltati e roghi appiccati di proposito le fiamme si sono moltiplicate. Molte le persone accusate, gente sbadata che non ha pensato due volte prima di commettere un errore così grande.

Se le fiamme si sono propagate così velocemente è stato poi anche per il caldo anomalo degli ultimi tempi. Si è infatti registrata una media mensile di 42°C e punte di 49°C, temperatura altissima che ha seccato la vegetazione fornendo ancor più le condizioni ideali per questa serie di incedi. Piccoli incendi che hanno portato ad un unico, grande rogo. Il vento forte ha poi alzato le fiamme consentendo loro di propagarsi più velocemente. Ma non finisce qui. La tragedia è dietro l’angolo se si pensa che tutta quest’aria calda generata dagli incendi, insieme a fumo e cenere, sale verso l’alto, si raffredda e si carica di umidità, forma delle nuvole temporalesche a sviluppo verticale che possono trasportare le ceneri roventi su altre aree molto vaste, generare fulmini e innescare qui nuovi incendi. Morale della favola? Pare essere perennemente punto e a capo, in una situazione dalla quale risulta davvero difficile uscire del tutto.

 

Al momento, soccorsi e aiuti sono tra i più numerosi ed efficienti ma la situazione non pare scorgere risvolto positivo. Gli errori fatti in passato si stanno piangendo adesso, come per esempio tutte le politiche previste dagli accordi di Parigi e mai o pochissimo rispettate. Che ne sarà del nostro futuro? Di questo ecosistema distrutto che non danneggia la sola area colpita ma l’intero pianeta.

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